mercoledì 22 agosto 2012

Considerazioni sull’annata dei cereali autunno vernini


Con la conclusione della trebbiatura dei cereali autunno vernini è già possibile trarre le prime considerazioni dell’annata produttiva. Considerazioni che confermano la discontinuità di ogni campagna rispetto a quelle precedenti, sia in termini produttivi sia di mercato.
«Nonostante le maggiori superfici investite a cereali a livello mondiale, l'annata è fortemente caratterizzata dagli effetti climatologici negativi che ormai da mesi colpiscono le colture un po’ in tutti i Paesi – sottolinea Augusto Verlicchi,  Direttore Cerealproteici di Terremerse -. Per questo, ogni giorno assistiamo al ribasso delle stime delle produzioni cerealicole. Se, una volta terminata la raccolta in tutti i paesi, questa tendenza venisse confermata dai dati finali, i rischi di una campagna incandescente come quella del 2008 ci sarebbero tutti. Già adesso tale incertezza sulla produzione cerealicola ha un forte effetto sui mercati, in particolare le previsioni al ribasso della produzione di mais negli Stati Uniti, principale paese produttore a livello mondiale, tengono sostenuto il prezzo di questo cereale influendo positivamente anche sul prezzo del grano. I buoni prezzi di partenza fanno ben sperare per il proseguo della campagna di commercializzazione».
Un’incognita che potrebbe ulteriormente influenzare il mercato cerealicolo, riguarda la produzione e l'export cerealicolo di Russia, Ucraina e più in generale dei Paesi che si affacciano sul Mar Nero.
«Per quanto ci riguarda, le superfici investite a cereali, e nello specifico a frumento, sono state superiori all'anno precedente: i dati Istat indicano per il frumento tenero una crescita delle superfici del 16,8% rispetto al 2011, portando la superficie nazionale a 620 mila ettari – prosegue Verlicchi - In Emilia Romagna tale incremento è valutato del 25%. Anche per quanto riguarda il frumento duro, le superfici mostrano un incremento del 13,5%, portandosi a 1,36 milioni di ettari, in aumento di circa 160.000 ettari sul precedente anno. Anche nella nostra regione l’incremento di superficie è
valutato nell’ordine del 15%».
Sulla produzione di frumento tenero e duro il principale fattore che in alcuni areali ha influito sulle rese finali, è stato la scarsa precipitazione piovosa registrata nell’intero periodo. Nella nostra regione e in particolare nell’area ferrarese le nevicate di fine gennaio/febbraio sono risultate di lieve entità e di ridotto beneficio in quanto disperse dai forti venti; inoltre, l’andamento stagionale primaverile è stato caratterizzato da temperature miti, con scarse precipitazioni che non hanno favorito il completo riempimento delle cariossidi. Nell’areale ravennate, che ha beneficiato delle maggiori precipitazioni nevose e più persistenti sul terreno, il risultato produttivo è stato più che soddisfacente. Dal punto di vista qualitativo e sanitario, in entrambi gli areali i risultati sono stati buoni.
Conclude Verlicchi: «Da una prima elaborazione dei dati rilevati nei nostri magazzini, vanno segnalati gli elevati pesi specifici e i buoni livelli di tenore proteico raggiunti in media, sia dal frumento duro e sia dal tenero. Per quanto riguarda il frumento duro la media è di 83,6% di peso specifico e 14,55% di proteine nell’area ferrarese, 82% di peso specifico e 14,08% di proteine nell’area di Ravenna. Anche per il frumento tenero sono da segnalare i medesimi buoni risultati: 84% di peso specifico e 13,90% di proteine nell’area ferrarese, 82,80% di peso specifico e 13% di proteine nell’area ravennate. Da un punto di vista sanitario, le ridotte precipitazioni in maggio insieme ai trattamenti fungicidi eseguiti puntualmente alla spigatura non hanno favorito la Fusariosi della spiga. In termini quantitativi, Terremerse quest’anno ha ritirato oltre 70.000 tonnellate tra frumento tenero e duro. Questo risultato molto positivo è stato raggiunto non solo con l’aumento delle superfici investite a cereali a paglia, ma anche grazie al numero di aziende che confermando e rinnovando la loro fiducia, hanno scelto la nostra struttura. Nonostante la forte disomogeneità produttiva negli areali in cui la nostra Cooperativa opera, questo ci ha permesso d’incrementare i quantitativi ritirati di circa il 32% rispetto allo scorso anno. In sintesi, anche questa campagna pone una forte discontinuità produttiva legata agli aspetti climatici e ci dimostra come occorre un serio impegno di tutto il mondo produttivo, della ricerca scientifica e delle istituzioni, affinché si possa investire su una ricerca varietale e agronomica che ci permetta di mantenere una produzione qualiquantitativa remunerativa per il cerealicoltore e importante per la nostra economia».